Pochi terapeuti hanno il dono della guarigione, ma è altrettanto vero che pochissimi sono i pazienti che intendono veramente guarire cambiando il proprio stile di vita. La maggioranza preferisce abbandonarsi volentieri alla malattia con cui condividono tutte le scelte della propria esistenza.

Guarire si può anzi si dovrebbe seguendo la legge della vera guarigione del Dr. Hehring e del Dott. Stival. Ma chi si rifugia sempre dietro a mille pretesti e a mille perché pure di non agire in merito, non dovrebbe nemmeno lamentarsi del suo stato.

Il Dott. Stival è incline al confronto continuo coi suoi pazienti, anche per mezzo di questo sito web. Egli ha raccolto le risposte alle domande più frequenti in alcune sezioni delle sue pubblicazioni.

Dal testo “Una nuova cultura del benessere – le biotipologie estreme”, edito da Omnisalus  riportiamo qui quelle che egli definisce “ Le domande tipiche dei soggetti estremi”: le risposte più utili in una sintesi di 24 domande.

Dr. Giancarlo Stival

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  1. Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana.

    E non sono così sicuro per quanto riguarda l'universo. (Albert Einstein)

  2. Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo. (Albert Einstein)

  3. Non possiamo risolvere i nostri problemi con la stessa mentalità che li ha creati! (Albert Einstein)

  4. Se così fosse lei non sarebbe qui da me! Bisogna sfatare il mito dei farmaci che risolvano tutto e subito, ricordiamoci che intervenire solo sui sintomi crea grossi problemi al corpo poiché non diamo una risposta credibile ad un disagio: “dagli uni interpretato superficialmente e dagli altri, come una richiesta d’aiuto che proviene dall’interno”.

  5. Qualunque cifra gli chiediate per la consulenza o per il preparato, loro saranno pronti ad usarla come futura arma di piccoli o grossi ricatti. Quindi, o si è certi che dopo la consulenza verranno appoggiati da qualcuno che ha già provato e che possiede gran parte delle risposte, oppure aspettatevi una valanga di “ma, se, forse, non sapevo”. Non dobbiamo ottenere da loro il conflitto ma affermazioni di buon senso e di buona volontà.

  6. Nessuno oggi garantisce più nulla e quei pochi che l’hanno fatto in passato, non sono più tra noi. Quindi, chiariti i concetti su cui si basa l’autotrattamento e chiarito come agiscono i complessi non si può mai varcare la soglia tra l’autodeterminazione di curarsi e il mondo delle lobby farmaceutiche che si permettono di fare il buono e cattivo tempo come gli comoda passando per vero ciò che non lo è e schiacciando a suon di diffamazioni ciò che può far naufragare un loro progetto; e qui si parla di migliaia di miliardi ogni volta...

  7. Se crede stregoneria ciò che invece non lo è, ho dei seri dubbi sulle sue buone capacità sensoriali, ossia di ciò che vede, ciò che sente, che tocca, che gusta e di ciò che è riferito all’olfatto. Infatti, senza un briciolo di discernimento, questa gente dice di essere autonoma dai mass media mentre in realtà, di fronte ad una scelta reale e non televisiva, entra in panico e preferisce tornare al mondo delle telenovelas, dove tutto si crea e tutto si distrugge nell’arco di una puntata, lasciando lo spettatore in un continuo divenire senza veri accadimenti. Sarebbe doveroso ricordare loro, che ogni pianta possiede proprietà terapeutiche, ma non per questo tossiche: la pianta, infatti, possiede, nel periodo giusto di raccolta e di trasformazione, le armi per essere efficace nel trattamento dell’uomo. Ma una pianta non può essere il toccasana per una serie infinita di disturbi o meglio, lo potrebbe essere solamente se associata di volta in volta ad altre specie utili allo scopo.

  8. Quanto è brutto sentirsi dire da chi dovrebbe “governare” la nostra salute che ciò che si usa fa male senza che invece vengano riconosciuti i limiti della propria conoscenza: ignorando le erbe non si può comprenderle, né studiarle, né riconoscerne gli effetti. La fitoterapia è un mondo che i vecchi farmacisti conoscono e che oggi le industrie farmaceutiche indicano come armi del futuro: infatti tutte le grosse industrie stanno comprando le più grandi aziende produttrici di fitopreparati senza preoccuparsi del prezzo, il che fa presumere che, d’ora in avanti, la censura, i Nas, la guardia di finanza, il Ministero della Salute, la Federfarma, e tutti quelli che fino ad ora si sono permessi di intervenire in questi settori della salute, non bloccheranno più le pubblicità a riguardo.

    SI PAGA, QUINDI SI FA; E TUTTO DIVENTA PIU’ BUONO E PIU’ BELLO PER TUTTI TRAMITE LA SANTA TELEVISIONE...

  9. Da questa osservazione si deduce la seguente preoccupazione: significa stare sempre sul water! Ma sul water, una persona non può rimanerci tanto tempo ogni volta; ne deduco che la mente, ancora una volta, si contrappone al cambiamento, anche nelle abitudini intestinali. E ammettiamolo: facciamo tre pasti al giorno, attiviamo la digestione tre volte ma evacuiamo al massimo una volta al giorno; c’è da chiedersi veramente se il nostro apparato digerente sia sotto lo stressante controllo della volontà o sotto il controllo delle esigenze salutari del corpo. Infatti, se si mangia tre volte e per tre volte l’intestino viene sollecitato a rimuovere i depositi di una digestione, non si dovrebbe continuare a dire a sè stessi che basta una volta sola. Poniamo invece che il tuo corpo non aspetti altro che tu lo ascolti e non trascuri l’eliminazione delle scorie che, a lungo andare, danno pesantezza, gonfiori, colon irritabile e varie malattie metaboliche, causate proprio dall’assorbimento delle scorie nel sangue.

  10. Rimango del parere che non esista una buona digestione senza una buona evacuazione e che a livello filosofico tutto si possa creare, lasciando però in pace l’anatomia e la fisiologia di come siamo fatti. E poi, il non sentire non coincide con l’assenza di malattia, ma solo con la nostra incapacità sensitiva di ascoltare i bisogni corporali al momento in cui si manifestano: bere, dormire, sudare, evacuare, respirare, ecc. che oggigiorno sembrano cose fuori dal mondo. Il non sentire non è un guadagno, ma una perdita e chi non assolve alle funzioni vitali, ricordiamolo bene, avrà senz’altro acquisito altre sensazioni, ma certamente non possiede più il suo corpo.

  11. Non è da tutti cambiare e riconoscersi nel cambiamento, quindi è consigliabile per lei proseguire in atti terapeutici, in cui rimane estranea alla guarigione e in cui tutto dipende dagli altri: medicine, atti chirurgici, ecc. sui quali vige appunto l’obbligo del medico di attenersi ai protocolli e nei quali lei risulta una statistica tra le tante. E’ altrettanto vero che, quando la malattia si insedia in noi, noi le consentiamo anche di prendersi la nostra coscienza, come insegna la nuova scienza della psiconeuroimmunologia, per tanto tempo bistrattata ma oggi completamente rivalutata. Un consiglio: ascoltiamo di più il nostro corpo e se siamo troppo complicati, cerchiamo di tornare ad una normalità che esca dalle frasi fatte e dai tabulati terapeutici che, a ben vedere, sono diversi da nazione a nazione. D’altra parte non ci possiamo ancora definire prodotti FORD o FIAT.

  12. È evidente che più grave è lo stato di salute, più compromessi sono gli equilibri vitali e meno si percepiscono le scelte giuste da compiere: infatti, non si arriva mai allo stato di malattia rispettando sè stessi e il prossimo.

  13. Nella realtà, questi pazienti ne pensano tante e non riescono a non pensare a nulla, quindi, tra le tante risposte che si danno ci sono anche le affermazioni del terapeuta, che per loro suonano come già conosciute. Il problema risiede nel fatto che, tra le migliaia di pensieri che frullano nella loro testa, ci sono appunto anche queste risposte che però fanno parte di considerazioni che lasciano il tempo che trovano.

  14. Con la stessa intensità con cui si mettono a disposizione del terapeuta, sono anche pronti a negarsi pur di ricevere sensazioni forti, che stimolino ancor di più la mente già disturbata

  15. Se nella medicina ufficiale bisogna combattere i sintomi con tutti i mezzi possibili, nel consiglio naturale invece si attua il processo di recupero del corpo, senza alcuna soppressione dei sintomi; l’ammalato viene guidato a rifare il percorso inverso rispetto a quello che ha portato alla malattia; così, se all’inizio della malattia vi era il mal di testa, state pur certi che un buon consiglio fitoterapico riproporrà quel mal di testa ma questa volta, con la stessa velocità con cui esso è sorto, il corpo dovrà riappropriarsi del grado di benessere; lo stesso varrà per tutti gli altri sintomi che hanno concorso all’insorgenza della malattia fino a quelli più recenti. Questa legge, a me cara per i successi che mi ha permesso di conseguire, non spiega però che, spesso, il corpo si riappropria del benessere senza per forza passare attraverso i sintomi.

  16. Ll trattamento dei biotipi estremi dura dai 45 ai 60 giorni, tempo che serve per rompere la struttura in cui si sono aggrovigliati. Al termine di questo periodo, spetta al terapeuta coscenzioso, tramite una valutazione bioenergetica, definire in che direzione il corpo intenda proseguire poiché è vero che il terreno di base, che ha contribuito alla malattia, non c’è più, ma è altrettanto vero che la persona si ritrova allo stesso bivio in cui ha deciso di intraprendere una certa strada che ha permesso alla malattia di esprimersi.

  17. Non dovrebbero farlo poiché possiedono le stesse predisposizioni e percezioni degli ammalati. Infatti, chi è in tale situazione, non porrà le domande che metterebbero in luce il sistema compromesso; non vedrà il problema e concluderà che quindi non c’è.

  18. Guardiamoci attorno e osserviamo il ritmo di vita che conduciamo: regole, regole, regole, e ancora regole, dettate dall’uomo che non si affida per nulla alla natura ma usa invece tutto ciò che il mondo può dargli, senza pensare che la distruzione senza rigenerazione porta sempre ad una vita innaturale. C’è da chiedersi quanti oggi vivono sentendo i sapori e gli odori? Spesso troviamo soggetti che non percepiscono più la giusta quantità, le alterazioni qualitative o ciò che invece è veramente digeribile. Si sono perse troppe percezioni vitali, che ci permettevano di non danneggiarci; ne abbiamo acquisite delle altre, che ci permettono di essere moderni, ma che sono anche in grado di farci ammalare. Quindi, quantificare la gente che adotta un modello estremo diventa difficile: ce ne sono talmente tanti, che, a dirlo, si rischia di passare per falsi.

  19. Chi è in questo terreno, non sempre manifesta subito delle patologie, poiché esistono ancora delle reazioni organiche che rallentano, ma non bloccano, l’evoluzione della malattia; quanto più il sistema si complica perché non è in grado di rigenerarsi, tanto più la malattia si manifesta e diventa tenace e resistente ad ogni tipo di trattamento.

  20. La paura in questi biotipi si riflette unicamente se fatta notare altrimenti nulla trapela verbalmente, pur vivendola giornalmente con atteggiamenti che più di paura direi di panico.

  21. Non curo le malattie ma cambio tutto ciò che le nutre; così facendo, obbligo il corpo a vigilare di più e a rendersi più forte nel combatterle.

  22. Penso che nulla sia ereditario, se non dopo aver creato le premesse affinché il DNA si manifesti in tal senso. Se la malattia fosse genica e fosse fine a sè stessa, avremmo queste patologie sin dalla nascita ma così non è. Bisogna quindi avere voglia di ricercare tutto ciò che crea le premesse per l’attivazione, in una parte del nostro DNA, di tale informazione.

  23. Nulla vieta la libertà di scelta terapeutica ma allora bisognerebbe interessarsi anche di quello che non viene espressamente detto nei foglietti illustrativi, come per esempio le percentuali di successo reale e di decessi, la teratogenicità nell’eventuale feto, la possibilità di ricadute , ecc. Se non si fa questo tipo di indagine, si cade nelle mani dei veri maghi, che fanno passare per scienza anche ciò che non viene espressamente detto o che solo parzialmente viene indicato.

  24. Intendo tutto ciò che permette a noi stessi di riprogrammarci dopo aver perso molti dei comportamenti atti a mantenerci in salute; l’autocura quindi non proviene dal terapeuta, ma dai nuovi comportamenti che il corpo adotta per riparare i danni prodotti da cattiva alimentazione e pessime abitudini di vita, comprese quelle schematizzate dalla mente, che finge pur di mantenere il corpo nello stesso clima, che ha permesso alla malattia di evidenziarsi.

  25. Andiamo pure a vedere le statistiche, ma osserviamo a quali soggetti si riferiscono: la vita media si è allungata per i soggetti che sono nati nel periodo 1925-1930, il cui fisico è stato messo a dura prova assieme al loro spirito di sopravvivenza. Oggi osserviamo invece che molti bambini, ragazzi, adolescenti, muoiono per malattie che, tempo fa, si riscontravano negli anziani. È spontaneo chiedersi se questo corrisponde con quanto annunciato dalla falsa ideologia del benessere.

  26. Anche qui è bene precisare: la chemioterapia è composta da più sostanze velenose che distruggono la vita; il suo successo terapeutico è descritto in molti siti internet in cui si trova anche la sua percentuale di successo, cioè solo il 5% risulta vivo dopo il quinto anno di trattamento; questo significa che per il restante 95% dei casi c’è il decesso.5

    Per l’industria dei chemioterapici questa è una guarigione, io lo lascio decidere a voi. Quello che più mi preme sottolineare, invece, è che, dopo un secolo, la chemioterapia viene considerata a tutt’oggi una cura sperimentale, il che fa presupporre che non ci sia ancora un farmaco definito, ma solo la sperimentazione condotta su pazienti vivi, cui vengono somministrate sostanze non ben qualificabili, i cui effetti collaterali sono allo studio nei pazienti in cura. A dispetto dei farmaci infatti, la chemio non può essere sperimentata sugli animali poiché negli animali, non si riconoscono patologie simili a quelle dell’uomo.

  27. Risposta: una persona che sa mettere in sinergia tra loro i prodotti fitoterapici, il cui unico scopo è rendere l’organismo capace di autogestirsi, come dovrebbe del resto fare abitualmente, senza uso e abuso di sostanze tossiche. Non siamo nati coi farmaci in tasca, ma con un patrimonio genico immunitario in grado di reagire alle offese che provengono dall’esterno e dall’interno del nostro corpo.

  28. I composti formulati derivano da estrazioni di piante e mirano a ripristinare situazioni che per il corpo sono positive. Non sono ancora riuscito a inventare un composto privo di sapore, che possa agire efficacemente senza che il corpo se ne accorga e possa quindi interagire con questa sostanza per l’autocura.

  29. La mia intuizione non fa abuso né uso di lassativi nel senso proprio del termine, utilizza invece i concetti ottenuti dalla fisiopatologia dell’apparato digerente per intervenire in tal senso. Concependo infatti l’intestino come parte unitaria dell’apparato digerente... e utilizzando sostanze atte a favorire una digestione alterata in base al comportamento di un biotipo estremo, si possono ottenere i risultati mirati senza l’uso di vere sostanze lassative

I libri e le interviste

Il Dottor Giancarlo Stival ha in attivo ad oggi tre importanti pubblicazioni.

Una nuova cultura del benessere

le biotipologie estreme

“Le persone che ho incontrato e aiutato, mi hanno spronato e convinto a scrivere i risultati raggiunti grazie ai miei consigli.”

Una nuova cultura del benessere

PARTE 2 - Viaggio nella psiche

“Con questo secondo libro ho voluto approfondire e far conoscere ai lettori alcuni aspetti della mia esperienza professionale di farmacista.”

“Il vero farmacista è nel sistema sanitario”

Il parafarmacista oggi? Utile solo per le coop e le gdo

LA NATUROPATIA

Durata: 32 min
E Medicina

In questa puntata di E Medicina abbiamo trattato "LA NATUROPATIA" insieme al Dott. Giancarlo Stival, Naturopata e Farmacista.