CEFALEE

La cefalea, detta comunemente “mal di testa”, è uno dei disturbi più comuni e più fastidiosi ma, nel contempo, ancora privo di una esatta ed esauriente spiegazione scientifica. Ognuno di noi, almeno una volta, ne ha sofferto: si presenta come un dolore alla testa, diffuso o circoscritto, pulsante o fisso, talvolta accompagnato da altri sintomi (vomito, febbre, vertigini, aumento della lacrimazione, fotosensibilità). Questo stato spiacevole può durare da qualche minuto fino a molte ore, ripresentandosi ad intervalli regolari (cefalea cronica) o soltanto sporadicamente, anche a distanza di molto tempo. La sensazione di dolore che si avverte è dovuta al fatto che il cervello percepisce alcune anomalie a suo carico, dovute a motivi non sempre conosciuti: l’ingrossamento dei vasi sanguigni, l’attivazione di alcune fibre nervose o la contrazione di alcuni muscoli pericranici, ad esempio. In altri casi, la cefalea è provocata da alcuni stati patologici, di cui è sintomo (cefalea secondaria), per cui la cura del malessere primario attenua o fa scomparire anche il mal di testa. La sensazione spiacevole di dolore dovuta alla cefalea influisce negativamente anche sull’umore, sulle relazioni interpersonali e sulla vita lavorativa: chi soffre di frequenti mal di testa è più irritabile, ansioso e stressato rispetto alla media delle altre persone, meno disponibile al contatto con gli altri, più bisognoso di momenti di riposo e solitudine (il silenzio e il buio sembrano attenuare il dolore) e meno attivo e produttivo nello studio e al lavoro, sia durante gli attacchi di cefalea che dopo (in conseguenza del dolore subito). Le cause della cefalea, soprattutto di quella primaria, non si conoscono ancora perfettamente. Si ritiene che sia dovuta ad una eccessiva sensibilità dei recettori ai mediatori dell’impulso nervoso, da cui deriverebbero sia le cefalee vascolari che quelle nevralgiche. Di certo gli elevati stress fisici ed emotivi che sono causa di uno sforzo per l’organismo causano una forte cefalea al loro termine, così come possono favorirla un’eccessiva esposizione ai raggi solari, la privazione di sonno, le variazioni altimetriche troppo brusche, i cambiamenti di clima, l’inquinamento atmosferico, luminoso o sonoro. Anche l’alimentazione ha le sue responsabilità: alcuni cibi dalla digestione particolarmente complessa (cioccolato, insaccati, formaggi stagionati, frutta secca, agrumi, fritti e caffè ad esempio) hanno un vero e proprio effetto vasodilatatore, per cui favoriscono l’insorgere della cefalea. Il digiuno e le diete troppo drastiche causano un’alterazione del livello degli zuccheri, che può portare episodi di cefalea. Anche l’eccessivo consumo di alcol, in particolare di vino rosso, più corposo, può provocare episodi di cefalea, non soltanto dopo un’abbondante bevuta; per molte persone, infatti, basta assumere anche una minima quantità di alcolici per avvertire giramenti di capo e malessere. Anche il vizio di fumare influisce sulla cefalea: chi fuma troppo diminuisce l’apporto di ossigeno al proprio organismo, con conseguente vasodilatazione, causa principale del mal di testa. Causa delle cefalee, nella donna, è anche il ciclo mestruale o l’entrata nella menopausa, eventi che comportano una variazione del flusso ormonale nell’organismo. Talvolta può essere utile anche fare una visita oculistica: alcune cefalee sono causate da difetti della vista o da stato di affaticamento degli occhi.29 Vi sono vari tipi di cefalea, che vengono distinti a seconda della durata, dell’intensità del dolore e della regione della testa interessata. La cefalea più frequente è l’emicrania. Questo tipo di cefalea colpisce solo una parte del cranio, generalmente il lobo frontale, temporale o orbitale, presentandosi con un dolore pulsante che aumenta se si fanno movimenti bruschi. La predisposizione all’emicrania è ereditaria, ed è un disturbo che colpisce in prevalenza le donne. Diarrea, nausea, pallore e vomito accompagnano spesso l’emicrania, insieme alla cosiddetta “aura”: disfunzioni della vista, formicolii agli arti e altri disturbi neurologici. Le emicranie, con o senza aura, hanno, in genere, una durata variabile dalle 3 alle 70 ore, e si presentano spesso, durante la gravidanza, anche in quelle donne che non ne hanno mai sofferto. Si ritiene che l’emicrania sia dovuta alla contrazione e poi alla successiva dilatazione dei vasi sanguigni che circondano il cervello, un movimento in grado di irritare le terminazioni nervose. Un altro tipo di cefalea è l’emicrania cronica parossistica, anche essa a netta prevalenza femminile, tanto che in passato si pensava che gli uomini non potessero soffrirne, è caratterizzata da attacchi di dolore brevi, ma intensi e ripetuti più volte durante la giornata. Talvolta si accompagna a sudorazione della fronte, fotofobia e desiderio di distendersi, e può aggravarsi o ripresentarsi scuotendo la testa. Più rara è la cefalea a grappolo, detta così per l’intensità degli attacchi, che si ripetono nel tempo con notevole frequenza, colpisce soprattutto gli uomini oltre i 40 anni. Questa cefalea causa un dolore continuo e bruciante, ma di minore durata rispetto all’emicrania (circa di tre ore al massimo), localizzato nella zona orbitale, e si accompagna a lacrimazione, sensibilità alla luce e congestione nasale. Talvolta la cefalea a grappolo si presenta durante il sonno notturno sotto forma di un intenso dolore capace di indurre il risveglio, anche perché chi ne soffre avverte un fastidio più forte se si trova in posizione distesa. Infine si definisce “cefalea tensiva” quella forma molto comune di mal di testa che è causata dalla contrazione localizzata dei muscoli del collo. Colpisce generalmente gli studenti e le persone che fanno attività sedentarie. Questo fenomeno, che è quasi sempre da imputarsi a stress, tensione o stato ansioso, è caratterizzata da un dolore costante e non pulsante, che si aggrava se si fa pressione sui muscoli tesi. Vi è poi una forma di cefalea tensiva cronica che si ripresenta quasi ogni giorno, provocando in chi ne soffre un senso di pesantezza e un sonno disturbato, e che è una degenerazione della cefalea tensiva occasionale. A differenza delle emicranie, le cefalee tensive migliorano facendo attività fisica leggera e curando maggiormente l’ambiente di lavoro e la camera da letto: può servire assumere una posizione più corretta alla scrivania e cambiare cuscino e materasso. La nevralgia del trigemino, ad esempio, è una cefalea che si presenta solitamente dopo i 50 anni, e che può essere dovuta a processi infiammatori, tumorali, fratture a livello facciale ed endocranico, aneurismi o sclerosi multipla. Si presenta con un dolore intenso e bruciante che insorge improvvisamente in seguito a movimenti del viso, anche molto elementari, come il farsi la barba, ridere, sbadigliare. Chi soffre di questa cefalea presenta spesso sul volto delle zone sensibili che, stimolate, inducono il dolore di testa che, generalmente, non ha lunga durata, ma induce uno stato psicologico di continua preoccupazione. La cefalea neoplastica, invece, è dovuta a patologie tumorali endocraniche. Si presenta come un dolore intermittente, profondo e localizzato nella zona del tumore, e insorge spesso in concomitanza con un’infezione acuta delle vie respiratorie. Questa cefalea è più avvertita di notte, tanto da costringere chi ne soffre a dormire con la testa in posizione rialzata. Nausea, vomito, vertigini e turbe psichiche accompagnano spesso questo stato patologico.

 

Risposta: Ci siamo dilungati un poco sui vari tipi di cefalee emicranie e cervicalgie. La morale sta nell’interagire al momento opportuno non danneggiando il sistema. Ossia: un biotipo BQ+Q avrà cervicalgie dovute ad una ridotta ossigenazione e il BQ+AQ avrà le vere cefalee che compaiono per stress o per un prolungato lavoro o da sforzo o da luci, suoni,movimento etc., ma il vero mal di testa si chiama emicrania di cui molto spesso non conosciamo la causa ma che spesso si rivela essere per vizio o per necessità una causa che non vogliamo rimuovere. Questi comportamenti errati sono tipici del terreno BQ+B, in questi casi possiamo fare tutto anche su persone in età scolastiche che non riescono neppure a studiare dal gran male.

-

I libri e le interviste

Il Dottor Giancarlo Stival ha in attivo ad oggi tre importanti pubblicazioni.

Una nuova cultura del benessere

le biotipologie estreme

“Le persone che ho incontrato e aiutato, mi hanno spronato e convinto a scrivere i risultati raggiunti grazie ai miei consigli.”

Una nuova cultura del benessere

PARTE 2 - Viaggio nella psiche

“Con questo secondo libro ho voluto approfondire e far conoscere ai lettori alcuni aspetti della mia esperienza professionale di farmacista.”

“Il vero farmacista è nel sistema sanitario”

Il parafarmacista oggi? Utile solo per le coop e le gdo

LA NATUROPATIA

Durata: 32 min
E Medicina

In questa puntata di E Medicina abbiamo trattato "LA NATUROPATIA" insieme al Dott. Giancarlo Stival, Naturopata e Farmacista.