Un esempio di come NON bisogna mai comportarsi per poter guarire: persona con tumore al pancreas trattata con chemio senza risultato.
Ippocrate fu il primo medico riconosciuto da tutti per la sua saggezza e per aver creato il giuramento di Ippocrate per tutti i medici ancora oggi esistenti e disse: “PRIMA DI GUARIRE QUALCUNO CHEDETEGLI SE È DISPOSTO A RINUNCIARE ALLE COSE CHE LO HANNO FATTO AMMALARE”.
Da qui si deduce che moltissimi preferiscono a parole guarire ma di fatto prendono ogni decisione che lo porta alla malattia e ad aggravare il proprio stato...fino alla fine.
Dieci giorni fa vennero a trovarmi due familiari di una persona gravemente malata di tumore al pancreas che, dopo tre mesi di chemio al CRO di Aviano, ha saputo che le cure non hanno dato alcun esito.
Sapete bene che la vita di una persona malata di tumore al pancreas va dai 5 agli 8 mesi, ebbene questa persona presentava dolori alla scapola destra tali da non lasciarla dormire né di giorno né di notte e che le impedivano di mangiare e di vivere una vita abbastanza normale. Io consiglio 10 giorni di preparazione, pur sapendo che le sostanze date agiscono anche a livello del problema. Dopo 10 giorni, tornano due familiari e questa volta anche la loro madre, contenta, rinata e felice di continuare, anzi dice che non è mai stata così bene e che il dolore è scomparso, riesce a dormire riesce a mangiare. Passa una giornata e, come ben sappiamo tutti, i centri antitumorali telefonano ai pazienti per convincerli a suon di telefonate, anche terrorizzanti, a continuare la "cura" e come tanti altri la signora si lascia convincere a proseguire la chemioterapia. I suoi figli mi dicono “la mamma vuole continuare la chemio pur avendo visto il miglioramento netto in 10 giorni del suo stato”.
Rispondo “come fa a prendere una decisione così sbagliata sapendo che in 10 giorni ha ottenuto un miglioramento che in 3 mesi non ha avuto con la chemio?”.
Le risposte inadeguate dei familiari mi hanno convinto che chi non partecipa all'autoguarigione del paziente, anzi sottovaluta i segnali di benessere e di miglioramento netti ma li giustifica è condannato ad un triste destino e non si può fare più nulla. Alla fine, come dico spesso, non c'è nulla da fare, ho solo detto sorridendo: “dovete promettermi che se farà la chemio come previsto il lunedì successivo ed i dolori tornano al punto di prima tra la scapola destra e non dorme, vomita e non mangia più allora prendetela da parte e ditegliene quattro”.
Il lunedì fa la chemio e immediatamente i dolori tornano al punto di partenza, non dorme e gli servono molti antidolorifici. I familiari vengono da me dicendomi: “la mamma vuole proseguire!”. Mi chiedo perché insistere a farle del male ma la risposta è sempre: “la mamma vuole proseguire”. Rispondo: “pur avendo visto non credete e nemmeno intendete fargli cambiare idea e farla ragionare sui benefici che ha ottenuto in così poco tempo”. Rispondono che la mamma dice sempre che sta bene anche quando sta male. Immediatamente li fermo dicendo che la mamma per 1O giorni ha seguito la legge universale di guarigione secondo il Dott. Hering e secondo il Dott. Stival, ossia io, e guarda caso pur non conoscendola ha risposto seguendola perfettamente con i sintomi che sono andati dall’alto verso il basso, da destra a sinistra, dal centro alla periferia etc. e così è stato.
L’ha seguita affermando esattamente questa legge di auto guarigione senza conoscerla, quindi la mamma è stata più che sincera. Ma vista la vostra incapacità di intendere e di capire la gravità di vostra madre ed i risultati positivi ottenuti in così poco tempo è bene che si concluda nella maniera prevista da tutti i protocolli mondiali per quel tumore: la morte dai 5 agli 8 mesi di vita e concludere così ciò che era stato iniziato per vostra partecipazione...ma non si dovrebbe finire così...