Infezioni e Febbre

Una carenza avvenuta diversi anni addietro nelle scorte ospedaliere di norepinefrina impiegate per trattare lo shock settico, è risultata correlata ad un incremento della mortalità. Nel 2011, infatti, in occasione di una carenza diffusa di norepinefrina rispetto a quando gli ospedali ne avevano una scorta adeguata, la percentuale di decessi nei pazienti ricoverati per shock settico è stata superiore di 11 punti.

Secondo Hannah Wunsch del Sunnybrook Health Sciences Center di Toronto, che ha studiato il fenomeno, devono accadere molte cose perché si verifichi una carenza nelle scorte, ma questi episodi accadono piuttosto spesso. L’episodio del 2011 è durato per circa un anno, ed è stato studiato su 27.835 casi in 26 ospedali statunitensi. Non è stato possibile spiegare pienamente l’eccesso del rischio di mortalità osservato durante il periodo di carenza, ma esso potrebbe essere correlato ai farmaci che i medici hanno scelto di impiegare al posto della norepinefrina.

Le attuali linee guida suggeriscono di impiegare la dopamina per aumentare la pressione se la norepinefrina non è disponibile, ma i medici potrebbero aver scelto di usare la fenilefrina in quanto essa non provoca tachicardia, benché il suo ruolo nella sostituzione della norepinefrina in questo contesto non sia stato studiato.

Potrebbe anche darsi che i pazienti che hanno effettivamente ricevuto la norepinefrina abbiano dovuto aspettare per riceverla, ma i casi di questo tipo evidenziano comunque falle nel sistema che dovrebbero incrementare l’attenzione verso la preservazione delle catene di rifornimento dei farmaci.

Sono state suggerite diverse soluzioni per prevenire le carenze di farmaci essenziali, come sistemi di allarme precoci, il cambiamento rapido delle linee guida professionali sui farmaci alternativi e l’espansione delle riserve farmacologiche. Alcuni di questi approcci richiedono una ristrutturazione profonda dell’industra e della sua regolamentazione.

(JAMA online 2017, pubblicato il 21/3)

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